
LA CORSA ALL’IDROGENO: perchè se ne parla così tanto dopo la crisi energetica?
La crisi energetica impazza in Europa ed è notizia odierna dei folli rincari del prezzo a MW/h del Gas che in Olanda ha raggiunto i 318€, più del 400% rispetto all’anno scorso.
Ogni Paese è alla ricerca di una soluzione rapida ed efficace, la Francia per esempio cerca di chiudere contratti di forniture di Gas con l’ Algeria (essendo uno dei Paesi più importanti che esporta Gas dopo la Russia, vedi nostro precedente articolo in merito qui: facebook.com/energylab3srl/photos/pb.100060708921835.-2207520000../5340233082676919/? ).
Si cerca insomma, un alternativa. La Germania per esempio sta guardando avanti e ha fatto un investimento sul futuro. Hanno infatti firmato con il Canada un patto sull’idrogeno verde.
“Si tratta di un passo storico verso un futuro condiviso”, ha detto Trudeau. “Il nostro obiettivo è chiaro: lavorare per cominciare a esportare idrogeno canadese in Germania entro il 2025 e creare posti di lavoro e crescita locale fornendo energia pulita che contribuirà alla lotta contro i cambiamenti climatici“. Scholz da parte sua ha definito l’accordo “un passo importante non solo per rafforzare le relazioni economiche bilaterali tra i due Paesi, ma anche per costruire una rete di energia sostenibile per il futuro”.
Il commercio di idrogeno:
L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili ha pubblicato un rapporto sul futuro commercio internazionale di idrogeno. Secondo il World Energy Transitions Outlook dell’Agenzia, l’idrogeno coprirà il 12% della domanda globale di energia e ridurrà del 10% le emissioni di CO2 entro il 2050. Il 55% del trasporto avverrà tramite condutture già presenti e riadattate e il resto principalmente via mare, sotto forma di ammoniaca, un vettore di idrogeno più facile da spostare per grandi distanze rispetto al gas liquido stesso.
Treni a idrogeno, in Germania sono già partiti: via ai primi convogli green.
La Germania ha inaugurato una flotta ferroviaria interamente alimentata a idrogeno: un primato mondiale e significativo per la transizione ecologica. Si componedi14 treni, chiamati Coradia iLint, realizzati e forniti dalla multinazionale francese Alstom allo Stato tedesco, che utilizzano celle a combustibile a idrogeno per generare elettricità che alimenta i motori. I mezzi sostituiscono 15 convogli a diesel che prima operavano su binari non elettrificati nello stato della Bassa Sassonia.
I vantaggi relativi ai motori a idrogeno sono sicuramente a favore della sostenibilità ambientale: la totale assenza di emissioni di CO2 rende questa tecnologia la più pulita ed ecosostenibile tra i carburanti ad oggi disponibili. Le auto a idrogeno si contendono questo titolo insieme ai motori elettrici che sono ormai molto diffusi sulle nostre strade.
L’ITALIA CHE RUOLO STA ADOTTANDO?
Come Paese siamo indietro sulle soluzioni da adottare. Nessuno dei partiti italiani che si contendono la guida del Paese dopo le elezioni del 25 Settembre ha inserito l’idrogeno tra le soluzioni migliori da perseguire per uscire dalla crisi energetica e diventare meno dipendenti dalla Russia.
La dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio ci espone ai rischi della speculazione dei mercati e ci rende soggetti ai ricatti di regimi autocratici e antidemocratici. La crisi idrica che sta colpendo il Paese mette a rischio dal 30 al 50% della produzione agricola nazionale, penalizza la filiera agroalimentare, a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi ed aumenta quindi le diseguaglianze sociali e di genere.
Per questo, si sottolinea, è necessario accelerare la transizione dalle fonti fossili ed inquinanti ad un sistema basato sul risparmio energetico, l’efficienza e le fonti rinnovabili. Con queste scelte, dipenderemo meno dalle importazioni di gas e petrolio, avremo rapidamente bollette più basse, benefici ambientali e climatici, e anche una crescita virtuosa degli investimenti e dell’occupazione.
L’Energia deve diventare un bene comune, staccandosi dalla logica dei sistemi centralizzati e andando verso una rete che supporta l’autoconsumo collettivo, attraverso l’indispensabile evoluzione delle comunità energetiche (vedi nostro articolo informativo sulle Comunità Energetiche qui: https://www.energylab3.it/le-comunita-energetiche-cosa-sono-e-come-funzionano).