
La casa sostenibile che produce energia da vendere: è in Galles
IMMAGINATE di bussare alla porta del vostro vicino di casa non per domandargli un po’ di zucchero o di farina, ma un ‘pizzico’ di energia, di cui siete a corto. Non è fantascienza, potrebbe diventare presto realtà se lo studio di una casa, appena costruita ma non ancora abitata, che si autoalimenta e produce anche più energia di quella che serve, dovesse essere confermato dai fatti. È stata realizzata da un team del progetto Solcer in collaborazione con l’Università di Cardiff.
Il ministro delle finanze inglese, George Osborne, ha rinunciato al requisito “carbon free” entro il 2016 per le nuove case in costruzione perché sarebbe troppo costoso. Ma questa villetta a Bridgens, in Galles, lo contraddice: questa abitazione produce più energia di quanta ne consumi. Almeno in teoria. Se dovesse rivelarsi così anche nella pratica, il cosiddetto Cancelliere dello Scacchiere dovrà ricredersi e in futuro diventeremo tutti produttori di energia, proprio dentro casa nostra.
È stata costruita in sei settimane come parte di un progetto di edilizia popolare destinata ai meno abbienti. Il prezzo, infatti, è molto conveniente: solo 1.433 euro al metro quadrato. Economica, ma esteticamente bella e, da un punto di vista ambientale, efficiente e virtuosa. Potrebbe rivoluzionare per sempre il concetto di abitazione. È più che eco-friendly, perché ricercatori, architetti e ingegneri hanno fatto un ulteriore passo avanti rispetto al fotovoltaico: l’energia solare può fare molto di più ed ecco che qui non c’è solo il tetto rivestito di pannelli, ma anche una parte della parete esterna che genera energia insieme alla pompa di calore e soprattutto c’è un deposito di energia rinnovabile (e non inquinante) accumulata e immagazzinata per il futuro.
Galles, la casa energeticamente virtuosa
La novità sta proprio qui: non solo l’energia prodotta dalla casa la rende autosufficiente, ma soprattutto può essere conservata grazie a una batteria, sia per l’utilizzo in un secondo momento, da parte degli abitanti stessi (la sera, ad esempio, quando il sole tramonta e bisogna accendere le luci, oppure d’inverno se la si è immagazzinata d’estate), sia per un eventuale fabbisogno esterno: uno stoccaggio di energia ‘da vendere’, una esportazione di energia direttamente dall’interno dell’abitazione. Il tutto completamente senza carbone e, dunque, senza biossido di carbonio.
Pannelli solari e pompa di calore per far funzionare il riscaldamento, l’aria condizionata, l’acqua calda e il sistema elettrico. Ci sono luci a LED, un sistema di isolamento che riduce al minimo le fughe di aria. È stata costruita con del cemento a bassissima emissione di anidride carbonica e con materiali locali come il legno gallese. “Con questo progetto abbiamo vinto la sfida e utilizzato le ultime tecnologie e le ultime tendenze in fatto di design per costruire una casa smart, che produce energia, invece che consumarla e basta”, ha detto il professor Phil Jones, a capo del progetto Solcer. “È la prima casa nel Regno Unito costruita proprio con l’intento di renderla priva di emissioni di anidride carbonica”.
Un’altra casa simile è in fase di completamento: si trova al Building Research Establishment vicino a Watford, sempre con l’obiettivo di essere messa a disposizione delle fasce più bisognose della popolazione e fuori dal Regno Unito ci sono diversi progetti in corso che vanno nella direzione di case ecologiche 3.0, i cui impianti vengono comandati direttamente dallo smartphone. Il governo inglese ha spostato al 2020 il termine per la costruzione di edifici che siano autosufficienti dal punto di vista energetico. Qualcuno ci è riuscito nel 2015, e a prezzi sostenibili per i cittadini, dimostrando che il futuro è già presente.
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